Il Duomo, intitolato a San Martino, assunse l'attuale aspetto con i lavori che, a partire dalla fine del XII secolo e fino a tutto il XVII, trasformarono la chiesa consacrata nel 1070 dal Papa Alessandro II, (Anselmo da Baggio, vescovo di Lucca), e ricostruita, dopo profonde e sostanziali modifiche, su quella ivi esistente fin dal V o VI secolo.
La Facciata del Duomo di Lucca
La facciata è la parte più antica dell'edificio e l'unica che possa definirsi romanica in senso stretto. Infatti nei fianchi, e specialmente in quello nord, modificati in seguito al rifacimento all'interno, dal 1372 in poi, prende decisamente il sopravvento un andamento verticale, e l'abside, iniziata nel 1308, associa la permanenza di fermi caratteri romanico-pisani con tendenze proprie del gotico, evidenti nella strutturazione mossa dei vari corpi di fabbrica e nella ampiezza delle aperture.Il risultato è tuttavia di armonica fusione dei pur diversi elementi in un complesso fortemente unitario e visivamente compatto, anche se estremamente vario e articolato nei particolari.
La facciata si apre in basso in un portico a tre archi disuguali, il più piccolo dei quali è appoggiato al campanile, massiccio ma molto alto, probabilmente preesistente. Gli archi poggiano su forti pilastri compositi riccamente decorati con bassorilievi, trecce e fregi. Nella parte superiore della facciata, rimasta interrotta alla terza loggetta, Guidetto da Como, che la eseguì e firmò nel 1204, infuse nelle forme pisane il gusto dei comacini, dando vita ad una creazione completamente nuova sia negli elementi strutturali e architettonici sia nella ricchissima decorazione a tarsia in bianco e verde.
Sull'atrio, i cui lavori di decorazione durarono dal 1233 al 1257 si aprono i tre portali (porte lignee del 1497 intagliate da Masseo Civitali e dal suocero Jacopo da Villa) che rompono il susseguirsi delle sette arcate cieche con zoccolo, secondo il modello pisano ma con maggiore prevalenza di elementi coloristici.
Alla porta a destra di chi guarda: nell'architrave, gli Apostoli e Maria che assistono all'Ascensione, nella lunetta, Ascensione di Cristo: ambedue di attribuzione incerta e discussa. A destra della porta, medaglia con profilo dell'umanista Pietro d'Avenza, attributa al Civitali. A destra e a sinistra della porta: Storie di San Martino in 4 formelle, bassorilievi romanici di grande bellezza, opera di anonimo lombardo del XIII secolo, e rappresentazione dei Mesi (da leggere da destra a sinistra), anch'essi opera di ignoto forse di derivazione pisana o lombardo ma con influssi pisani.
Alla porta di sinistra; nell'architrave, Annunciazione, Natività, Adorazione dei Magi; nella lunetta, Deposizione. Questi bassorilievi sono stati attribuiti un tempo, secondo alcuni a Nicola Pisano (1210-1284), secondo altri alla sua scuola, dal Ragghianti a Arnolfo di Cambio (1240-1302). Ai lati della porta, due iscrizioni, una del 1070 e una del 1111, in trascrizione del '200, riprese dalla vecchia facciata.